Troppi innocenti ammazzati nel giallo Il filo rosso. Sei persone con vite, storie e speranze diverse, ma con un unico destino. Le unisce soprattutto un sottile filo rosso. Le vittime sono un imprenditore edile, due prostitute, una pensionata, un immigrato e un clochard. La loro unica colpa è essersi trovati nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Una serie inquietante di delitti che crea panico e preoccupazione tra i cittadini e tra le autorità che amministrano Bologna. Tutto comincia un pomeriggio di marzo sui colli bolognesi. Un costruttore siciliano viene assassinato con un colpo di pistola alla nuca in via di Sabbiuno. Dopo tre mesi le indagini sono in un vicolo cieco.
All’improvviso spunta dal nulla una potenziale testimone. Racconta di aver visto i due killer in azione. Gli investigatori, però, non fanno in tempo a verificare il suo racconto. La pensionata muore in circostanze anomale.
Poco dopo la stessa sorte tocca a un immigrato magrebino che lavorava per l’imprenditore siciliano. Mentre torna a casa con un’amica, una prostituta vede ciò che non avrebbe dovuto. Due uomini scaricano il cadavere del nordafricano lungo la massicciata del treno. Non avrebbe dovuto essere lì e scompare. La ritroveranno senza vita in un casolare abbandonato alla periferia della città.
In quel luogo angusto si rifugiano dei senzatetto. Uno di loro assiste all’abbandono del corpo della donna e muore in un incidente mortale. Una tragica fine toccherà anche a un’amica della prostituta uccisa. Viene scambiata per una testimone che invece è nascosta in un convento cittadino.
Davvero troppi innocenti ammazzati nel giallo Il filo rosso. Ma nessuno si rende conto che quei delitti siano collegati. Il cronista salentino Saru Santacroce, però, ha un'intuizione. Ma per gli inquirenti è la farneticazione di un giornalista che gioca a fare il detective. Ma poi il dubbio lascia il posto alle certezze e le prove fioccano.
Nel frattempo un altro imprenditore finisce in carcere per un errore giudiziario. Seguendo lo sviluppo delle indagini, Saru Santacroce farà sorgere un grosso interrogativo. La sensazione è che qualche volta sbagliare non aiuti ad imparare bensì a morire.
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